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Introduzione

INTRODUZIONE
Il Museo della Resistenza Europea, le celle e il “Sotterraneo dei tormenti” della Casa dello Studente di Genova, vengono visitati da centinaia di studenti, ma anche lavoratori, italiani e stranieri, pensionati, privati cittadini o organizzati dalle sezioni dell’ANPI.  A fare da guida sono giovani universitari che illustrano le vicende di un luogo di forte valenza storica e simbolica di rilevanza cittadina, nazionale e a tutti gli effetti europea. Infatti durante la Seconda guerra mondiale, tra l’ottobre 1943 e l’aprile del 1945, la Casa dello Studente fu la sede delle SS ed un luogo in cui la Gestapo praticava sevizie e torture contro partigiani ed antifascisti.

Nel Museo si trova una lapide dedicata a Rudolf Seiffert, dirigente comunista nel quartiere berlinese di Wedding e coraggioso organizzatore per il gruppo Saefkow-Bästlein nella sua fabbrica, la Wemer Werke Siemens: per questo venne giustiziato nel gennaio del 1945.
Gli studenti internazionalisti del Comitato Direttivo della Casa dello Studente di Genova nel 1974 indicarono proprio il nome di Seiffert per ricordare il legame che univa quei partigiani europei che scelsero di combattere in nome di una società senza classi e senza frontiere. L’ispirazione venne data da Antonio Bogliani, partigiano combattente savonese, che nel 1972 in un discorso alla Casa dello Studente ricordò «il martirio dell’opposizione tedesca al nazismo». Bogliani a sua volta riprendeva le parole scritte da Arrigo Cervetto nella recensione, apparsa sul giornale comunista libertario “L’Impulso” il 15 agosto 1954, alla prima edizione italiana delle “Lettere dei condannati a morte della Resistenza europea”.
Più di un milione di tedeschi oppositori del regime nazista finirono nei campi di concentramento tra il 1933 e il 1939: la pagina poco nota, ed anzi nascosta, della Widerstand (la Resistenza tedesca) scritta in gran parte da operai come Seiffert rappresenta un’eccezionale espressione di internazionalismo e di solidarietà di classe in uno dei momenti più bui della storia dell’umanità, in cui il razzismo ed il genocidio vennero elevati, con l’efficienza garantita da una sofisticata organizzazione capitalistica, a pratica statale e industriale.
Anche per questo il Museo della Resistenza europea della Casa dello Studente di Genova ha riscosso l’interesse della rivista del Berliner VVN-BdA (Associazione dei perseguitati del regime nazista e degli Antifascisti di Berlino) che ha dedicato un’intera pagina alla Casa dello Studente: «Impressionante è l’omaggio profondamente internazionalista alla resistenza antifascista del Museo della Resistenza Europea a Genova. Nel Museo viene commemorato con la sua immagine e la sua ultima lettera, il combattente della Resistenza tedesca Rudolf Seiffert. Condannato a morte, viene ghigliottinato il 29 gennaio 1945 nel penitenziario di Brandeburgo». L’aggettivo «impressionante» (Überwältingend può anche essere tradotto “travolgente” o “sensazionale”) che apre il passo citato rende bene la sensazione provata dagli antifascisti tedeschi nel sapere e nel vedere che a Genova un Museo della Resistenza è stato dedicato a un operaio tedesco.

Il Museo della Resistenza Europea è stato anche inserito nei due siti: Resistenza-Widerstand in Italien e Gedenkorte-Europa 1939-1945.
Tutto questo e la scelta di allestire nel “Sotterraneo dei tormenti” una mostra antologica tratta da “Lettere dei condannati a morte della Resistenza Europea”, promossa dal Centro di documentazione “LOGOS” e dall’ANPI di Genova, rendono sempre più la Casa dello Studente un luogo di testimonianza viva e di grandissimo interesse.
Si legge sul testo curato da Luigi Barco e Piero Ferrazza “Una pagina della Resistenza – La Casa dello Studente di Genova” (Edizioni Pantarei): «Dal 1974 e con quello spirito di fratellanza internazionale, il “Sotterraneo dei tormenti” e le celle della Casa diventano la sede di una mostra antifascista che, sin dal primo giorno di apertura arriva a contare centinaia di presenze. Nel tempo, sotto l’intonaco delle celle, sono riaffiorate anche le scritte disperate incise sui muri dai prigionieri. I giovani del Comitato Direttivo della Casa dello Studente hanno chiesto la collaborazione degli esperti dell’Istituto di Storia dell’Arte per portare a termine l’opera di restauro, ed ora è possibile leggerne le parole struggenti, soprattutto per chi, di quella Casa, ha sperimentato in prima persona le pratiche abiette».
Visitare oggi, anche in modo virtuale, il Museo della Resistenza europea della Casa dello Studente di Genova costituisce un significativo momento di riflessione sulla necessità inderogabile di un’umanità riunificata e di una società davvero umana: in un mondo dove le guerre non conoscono quarantena e dove i virus non conoscono frontiere, così come terremoti, uragani e catastrofi naturali, questa riflessione non può che riguardare il presente e soprattutto il futuro.
Si ringrazia il Centro “Logos” e “Genova Solidale” per aver messo a disposizione del Centro di documentazione “Antonio Labriola” il materiale e i riferimenti storici che troverete di seguito.







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