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25 aprile 2021

25 Aprile 2021


La Resistenza e i valori dell’internazionalismo


In uno scritto pubblicato nel 1960 a Vienna in lingua tedesca, dal titolo “Deutsche Partisanen in der italienischen Widerstandsbewegung” (Partigiani tedeschi nella Resistenza italiana) lo storico Roberto Battaglia sostiene che «la partecipazione di partigiani stranieri alla Resistenza italiana, sia di singoli che di gruppi, è stata forte e significativa». È stato stimato che solo in Piemonte e in Valle d’Aosta abbiano operato partigiani di almeno 21 nazionalità diverse, tra cui greci, tunisini, algerini, egiziani: in totale 762 partigiani stranieri, per rimanere a quelli riconosciuti ufficialmente, con ogni probabilità un dato sottostimato. Nella ricostruzione storica orientata a esaltare il dato esclusivamente nazionale della Resistenza, tutto questo infatti venne “dimenticato” e i combattenti stranieri, che pure pagarono un pesante tributo di sangue, guardati persino con sospetto e diffidenza. Operò in Val di Susa una compagnia di cecoslovacchi, fuggiti dall’esercito tedesco che li aveva arruolati forzatamente, di cui parla anche Ada Gobetti nel suo “Diario partigiano”. Nelle Langhe operò la formazione ISLAFRAN*, composta nella quasi totalità da slavi (russi, sloveni e croati) e francesi, oltre che da italiani. La ISLAFRAN partecipò tra l’ottobre e il novembre del 1944 alla difesa di città di Alba nei famosi “23 giorni” e alla liberazione di Torino.


Immagine della ISLAFRAN a Novello d'Alba.

È da notare che in Piemonte e Valle d’Aosta combatterono tra le fila partigiane anche un centinaio di tedeschi ed austriaci disertori, tanto che secondo un recente studio di Francesco Corniani, «la presenza di partigiani di nazionalità tedesca e austriaca risulta attestabile in quasi tutte le divisioni piemontesi»**. In Friuli-Venezia Giulia operò il battaglione “Freies Deutschland” composto da partigiani tedeschi, austriaci, fiamminghi, cecoslovacchi, misti con italiani, spesso provenienti dalla minoranza linguistica tedesca. Nel luglio del 1944 solo a Civitella, in provincia di Arezzo, si verificò la diserzione di ben 721 soldati tedeschi. Un atto dovuto probabilmente al rifiuto della brutale violenza delle rappresaglie nazi-fasciste: nel mese di giugno, infatti, proprio a Civitella, furono oltre 240 i civili trucidati.


*L’acronimo sta per italiani, slavi, francesi.

**AA.VV., “Tedeschi contro Hitler?”, pag. 129.




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