La banda “Mario”

È significativa, anche se poco nota, la vicenda della banda “Mario” che si costituì nelle Marche, uno dei luoghi più aspri del fronte della guerra in Italia perché vi passava la Linea Gotica. Tra i suoi organizzatori vi fu Mario Depangher. Nato nel 1896 a Capodistria, ancora in territorio austriaco, aderì al PCd’I nel 1921 mentre si trovava in carcere in seguito ad uno scontro con i fascisti. Negli anni Trenta subì a lungo carcere e confino, e nel 1943 era ancora in carcere nel maceratese. Dopo l’8 settembre fondò una delle prima formazioni partigiane, appunto la cosiddetta banda “Mario”, collegata alla Divisione Garibaldi, di cui divenne comandante di battaglione. Una vicenda che, in tema di Resistenza internazionale e internazionalista, vale la pena di essere conosciuta. Nella “Mario” militarono partigiani di tre religioni diverse e di otto nazionalità. Oltre agli italiani, si unirono nella lotta comune contro il nazi-fascismo croati, serbi, inglesi, russi. Erano presenti anche partigiani somali, eritrei ed etiopi: da dove provenivano? Un gruppo di nativi del Corno d’Africa furono trasferiti in Italia per essere mostrati come trofei nel 1940 alla “Mostra triennale delle terre d’oltremare” a Napoli che doveva servire a glorificare l’“impero” fascista. Con l’inizio della guerra la mostra fu chiusa, gli africani vennero arrestati ed in seguito trasferiti nelle Marche. In molti di loro fuggirono e si unirono alla banda “Mario”, partecipando a tutte le sue azioni nel maceratese, come la battaglia di Valdiola del 23 marzo 1944, lasciando anche diversi caduti sul campo.

In occasione della ricorrenza del 25 Aprile
il Centro di documentazione “Antonio Labriola”
vi invita alla conferenza on line,
organizzata dal Centro “Filippo Buonarroti”
di Milano che ricorderà: