Nota editoriale
Mentre il libro va in stampa, ben altro è il virus che sta
drammaticamente infestando lo scenario globale, alle prese con i micidiali
effetti d’una inedita pandemia di cui per ora non s’intravede la fine.
Ancora una volta alla dinamica degli eventi è stata impressa
un’accelerazione repentina. Che ha letteralmente stravolto il senso
comune, archiviando d’un tratto anche non pochi dei paradigmi e dei
mantra ideologici che a lungo hanno imperversato, intossicando gli umori
e le psicologie di vasti strati sociali, anche salariati. L’inesauribile
ironia della storia, tragicamente, raggiunge il paradosso e si invertono
le parti di quel logoro quanto becero copione riproposto per anni fino
alla nausea. Adesso, oltre che dalla Cina, l’“invasore” proviene
dall’Europa e sono i paesi africani a sbarrare gli ingressi per tenere
fuori i nuovi untori. Quasi una sorta di razzismo alla rovescia che,
domani, superata la fase più acuta dell’emergenza, tornerà nuovamente a
cambiare di segno. Quando, di fronte ai pesantissimi costi economici e
sociali che inevitabilmente seguiranno, l’arma del pregiudizio e della
xenofobia sarà di nuovo impugnata con forza da uno stuolo di miserabili
figuri, per additare i migranti come comodo capro espiatorio su cui
scaricare le moltiplicate incertezze, rabbie e paure. Del resto, già
ora, risulta evidente che a pagare il prezzo maggiore sono i più deboli;
l’esercito del precariato e del sommerso, quei milioni di lavoratori,
spesso immigrati, di fatto privi di ogni garanzia, che da un giorno
all’altro si ritrovano senza alcun reddito né protezione.
Bombardamenti a Idlib |
Saranno tempi ancora più difficili e impegnativi quelli che
verranno. Nei quali ben più alta e ferma dovrà levarsi la voce della
solidarietà e dell’accoglienza. Perché, se è certo troppo presto per
valutarne appieno l’intera portata, dagli eventi in corso una lezione si
impone sin d’ora evidente. Di fronte a un virus che non conosce né muri né
frontiere, la soluzione non potrà venire dalla chiusura e dalla divisione;
da un ulteriore ritorno al nazionalismo e al sovranismo di singoli Stati
afferrati nel caos della concorrenza e dilaniati in una perenne contesa.
Non sarà perseverando nell’ottusa angusta miopia riservata per decenni ai
grandi nodi delle collisioni migratorie e
dell’inverno demografico, che una
borghesia imperialista, declinante e in affanno, potrà pensare di risalire
la china e superare indenne anche questa nuova e devastante crisi.
Solo un’umanità davvero unificata, al di là dei confini, delle
confessioni, del colore della pelle, delle nazionalità e delle classi,
sarebbe in grado di offrire la risposta. È quell’umanità che, nelle storie
e nelle testimonianze raccolte, emerge con forza da queste pagine, dense
di esperienze e contenuti che, proprio alla luce delle vicende attuali,
assumono un carattere di rinnovata, stringente attualità.
Aprile 2020
Cuore e cervello
Scalfire il muro dell’indifferenza non è un’impresa facile, specie in
una fase in cui i mass media ci inondano con una cascata di
informazioni, non sempre veritiere, e di immagini. Immagini spesso
strazianti, che generano sconcerto ma anche assuefazione; proprio per
l’insistenza con cui vengono proposte – anzi, ostentate – hanno un
effetto narcotico, devastante, sulla mente e sulla capacità di ragionare
in modo critico.
Campo profughi di Moria, Lesbo |
Di fronte a tutto questo, per molti la tentazione è di rinunciare a
riflettere, di accontentarsi di risposte superficiali, semplicistiche,
“premasticate” da altri. Contro quel torpore, però, bisogna fare uno
sforzo: occorre studiare e approfondire: È il primo passo, fondamentale,
in direzione di un impegno concreto, per diventare effettivamente
“partigiani del nostro tempo”. È la nostra convinzione, ribadita
in un articolo pubblicato sulla rivista nazionale dell’ANPI “Patria
Indipendente”, nella ricorrenza del 25 Aprile 2019: “Conoscenza attiva e partigiani del nostro tempo”, in a. IV, n. 62, Aprile 2019.
Ecco perché abbiamo voluto conoscere, abbiamo voluto
capire, andando direttamente alla “fonte”, cioè alla voce dei
migranti e alle loro esperienze. E proprio per questo abbiamo deciso di
trascrivere le testimonianze fedelmente, senza limare in alcun modo la
forma, schietta e talvolta persino “grezza”, in cui ci sono state
trasmesse. Nessuna velleità letteraria o ricerca stilistica: nel libro
ci sono soltanto le parole dei migranti, messe sulla carta così come le
abbiamo ascoltate.
Una scelta obbligata, secondo noi. Pensiamo infatti che questi
racconti, proprio nella loro autenticità, possano venirci in aiuto nella
battaglia che abbiamo ingaggiato. Siamo convinti che lasceranno un
segno: chi li leggerà non potrà fare a meno di commuoversi, di
indignarsi, di appassionarsi, di riflettere. Molti si porranno delle
domande, alcuni andranno a caccia di risposte. Nostro augurio è che
qualcuno si spinga anche oltre, facendo la scelta necessaria: impegnare
cuore e cervello nella lotta internazionalista contro il razzismo e per
l’accoglienza.
Dalla prefazione